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STORIA COMMISSIONE ASILI NOTTURNI

Occorre un tetto, un tetto a riparo del freddo e delle intemperie notturne; occorre un giaciglio su cui riposare le membra stanche del lavoro, o esauste dagli stenti; occorre un asilo per tutti quegl'infelici che non hanno padre, né madre, né figli, per tutti quei raminghi nel cammino del mondo, i quali non vedono nella vita una mèta di riposo, non posseggono un palmo di terra su cui adagiarsi e poter dire con sicurezza: qui è la mia casa.

                      (Bollettino del Circolo S. Pietro, 1900, p.11)

 

 

Seconda opera per costituzione dopo le Cucine economiche, quella degli Asili notturni ospita persone senza fissa dimora cui viene prestata anche assistenza morale e religiosa. Nella nostra struttura storica, intitolata a Leone XIII e sita in Vicolo Santa Maria in Cappella 6 B, si rileva una presenza media di circa 25 ospiti per sera per un totale di circa 8500 presenze annue; sono circa 40 i soci e i volontari che si alternano nel servizio di accoglienza. 
Ristrutturato nel 2009, l'Asilo notturno risulta particolarmente accogliente, familiare e confortevole, potendo contare su 25 stanze singole e su un numero adeguato di servizi igienici, non solo per l’adeguamento alle attuali normative di sicurezza e di ospitalità, ma anche per il maggior rispetto della dignità e della privacy degli ospiti. Dal 2014, è stato sperimentato l’orario invernale – 1 dicembre / 28 febbraio – con apertura della struttura alle ore 18 e 30 anziché alle 19 mentre l’uscita mattutina è stata posticipata alle 8 e 30 invece che alle 8, con vivo gradimento da parte degli ospiti. Nel 2015 si è provveduto a dotare l’Asilo di ulteriori conforti, tesi a migliorare la presenza dei nostri ospiti creando un locale lavanderia fornito di lavatrice, asciugatrice, tavola e ferro da stiro, dotando la sala comune di frigorifero e forno a microonde per la consumazione serale di piccoli pasti. Il Circolo S. Pietro è particolarmente attento alle necessità degli ospiti non offrendo loro solo ospitalità notturna, ma, ai più bisognosi, anche pasti presso le Cucine del Circolo, generi di vestiario esclusivamente nuovi, aiuto e supporto nelle formalità burocratiche.
Come fu per le Cucine economiche, anche all'origine dell'istituzione della Commissione Asili notturni troviamo la carità di Papa Pio IX che, dall'antica caserma degli Zuavi, fece giungere i letti per arredare il primo dormitorio, inaugurato il 29 giugno 1880 sul modello della “Hospitalitè de nuit” esistente a Parigi. Dedicata al Sacro Cuore di Gesù, la struttura cominciò ad essere attiva nell'Ospizio di Santa Maria in Cappella, nel cuore di Trastevere: dormitorio notturno o, come si legge sul verbale dell’epoca, dormitorio economico, l'Asilo notturno del Circolo S. Pietro, la cui assistenza venne affidata alle Figlie della Carità di San Vincenzo de Paoli, poté contare da subito su 75 letti che, dopo quattro anni, divennero 100. Ma la richiesta di aiuto da parte dei bisognosi cresceva sempre di più e il Circolo cominciò le ricerche di ulteriori locali per continuare in quest'opera. Nel 1893, in via delle Mantellate, allora, venne istituito un nuovo Asilo notturno dedicato a S.Giuseppe, la cui assistenza fu affidata alle Suore Pallottine Inglesi, in grado di accogliere fino a 100 bisognosi; questa struttura fu attiva fino al 1936. Nel 1967 il dormitorio di Vicolo Santa Maria in Cappella prende il nome Asilo notturno e, grazie ad importanti lavori di ristrutturazione, vengono eliminate le camerate creando stanze ad uno o due letti. Per arrivare ai giorni nostri e alle 25 camere singole attive e alle 8500 presenze annue.
Come scrive G. L. Masetti Zannini nel fondamentale Il Circolo San Pietro – Cenni storici (1869-1969): “Questi istituti si presentavano con precisi caratteri; si favoriva l'igiene del corpo, la cura di quanti chiedevano ospitalità e, più ancora, si aveva – e si ha – a cuore al salute dell'anima. Con delicatezza si sono introdotte pratiche di pietà, come la preghiera serale, la Messa festiva, i ritiri spirituali in preparazione del Natale e della Pasqua. Il giovedì santo, nella chiesa di Santa Maria in Cappella, il cardinale Parrocchi lavava i piedi ai poveri e li baciava, riservando a se questo onore, e così pure l'onere delle spese di culto e di carità. Nelle grandi feste, i soci stessi servivano a tavola i poveri”.

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